Di questi tempi è inevitabile trovarsi a riflettere: sulla vita, sull’andamento del nostro lavoro, sul modo di approcciarci alla quotidianità.

Il settore dei matrimoni è in profonda crisi e vede, inevitabilmente, una necessità di riadattamento, da parte di noi fornitori che ci troviamo a dover rivedere il modo di erogare i nostri servizi, e da parte di tutte le coppie che vorranno, anche in futuro, sposarsi. Siamo di fronte ad un cambiamento profondo che vedrà prosperare solo chi veramente saprà riadattarsi. 

Il modo di lavorare dovrà cambiare, il modo di festeggiare e celebrare, probabilmente, anche. Non sappiamo quando effettivamente i matrimoni potranno essere festeggiati così come comunemente ce li ricordiamo: tanti invitati, tanto cibo, feste fino a tarda notte. 

Ma c’è da chiedersi: davvero non ci sposeremo più sino a quando non tornerà una cosiddetta normalità? Dove per normalità intendiamo consuetudine, un terreno conosciuto, una tradizione da rispettare.

Sarà probabilmente molto difficile, e probabilmente anche ostacolato, questo cambio di mentalità, ma non possiamo esimerci dal prendere in considerazione un modo diverso di sposarci.

Gli elopement (letteralmente: fuga d’amore) e gli intimate wedding, ovvero matrimoni con pochissimi invitati, sono una pratica diffusissima tra i popoli anglosassoni. Inglesi, americani, australiani non hanno paura nel lasciare la loro terra e trovarsi un angolino di mondo dove celebrare le proprie nozze, da soli o con la famiglia ristrettissima vicino. Per noi italiani è quasi un’eresia e già ci vediamo le lacrime di “mammà” (alle prese con una sceneggiata a metà tra “Il mio grosso grasso matrimonio greco” e le dive del cinema muto), alla ferale comunicazione di volerci sposare in maniera intima. 

Un matrimonio intimo, celebrato nella propria terra o in un posto suggestivo (se siamo in pochi è facile spostarsi!), non è affatto un matrimonio raffazzonato, ma anzi: spesso ci consente di curare moltissimo ogni aspetto. Si punta alla qualità e non alla quantità. Spesso, in matrimoni con molti invitati, è difficile far quadrare tutto e dovendo accogliere molte persone si tralasciano aspetti che, seppur sembrino secondari, sono invece quelli che fanno la differenza. 

Non per niente, quando i miei sposi hanno un budget limitato, ma ambiscono ad una certa cura dei dettagli, il primo consiglio che mi sento di dare è di rivedere la lista degli ospiti. 

E per dettagli non parlo solo dell’aspetto scenografico, attenzione! Parlo di qualità e ricercatezza del cibo, del vino, dell’intrattenimento. 

Posso dirlo con cognizione di causa: a parità di budget i matrimoni con pochi invitati danno tante tante soddisfazioni. 

Su stories, un paio di settimane fa, avevo già parlato di elopement e della possibilità di sposarsi in un luogo lontano da casa, ma emozionante e suggestivo. Ho lanciato appunto l’hashtag #iluoghidelcuore. Da un veloce sondaggio la maggior parte sembrava pronta a prendere la valigia. Io spero tanto che esista questa apertura, da parte di noi italiani, che siamo veramente radicati, a volte troppo, nella nostra cultura.

 Probabilmente fa parte di me una mentalità estremamente progressista, ma festeggiare in modo più intimo, non significa tradire secoli di tradizioni. Significa regalarsi una straordinaria opportunità. 

Pensaci.

#conamore

Antonia 

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